Intervista a Claudio Alario

29 Marzo, 2019 IoBevoTanto

Ho incontrato Claudio Alario all’evento Barolo, Barbaresco & Roero organizzato dall’associazione GoWine; ho assaggiato alcuni suoi vini ma soprattutto ho conosciuto un produttore DOC, una persona che ambisce al massimo per sè, per la propria azienda e per i propri vini. Claudio lavora in vigna e in cantina, coadiuvato dalla famiglia Alario al gran completo. Ho pensato di fargli qualche domanda: ecco qui cosa mi ha detto!

 

Ciao Claudio! Puoi introdurci brevemente l’azienda?

L’ azienda è a conduzione familiare con un parco terreni di 10 ettari circa, gestiamo ogni aspetto della produzione internamente, dalla vigna alla cantina.

 

Quante bottiglie producete annualmente?

Le bottiglie prodotte annualmente sono 45.000 ripartite tra tre Dolcetti (Sorì di Montagrillo, Sorì Costa Fiore e Sorì Pradurent), un Barbera, un Nebbiolo, due Baroli.

 

Quante persone lavorano in azienda e quali sono i loro compiti?

Nell’azienda lavorano soltanto i membri della famiglia: tutti si occupano della gestione del vigneto, della cantina e delle vendite.

 

Come mi hai spiegato recentemente, i tuoi sette prodotti seguono sette lavorazioni differenti invece di standardizzare la produzione. E’ sempre stato così? Perchè avete scelto questa linea?

Abbiamo deciso di vinificare ogni vigna singolarmente sin dagli inizi per poter preservare le caratteristiche di ogni singolo vigneto e con vinificazioni diverse cerchiamo di preservare la grande qualità delle uve portate in cantina.

 

Qual è la tua vendemmia preferita dal 2000 ad oggi?

Dal 2000 ad oggi ci son state diverse grandi annate, ma una su tutte forse la 2004, sia per la grande qualità delle uve che si è portata in cantine come in altre (ricordo 2001, 2003, 2006, 2009, 2010, 2011, 2015, 2016, 2017, 2018) sia perchè nel 2004 è stata la prima vendemmia del Barolo Sorano che ancora oggi tutte le volte che assaggio mi regala grandi emozioni (e come dargli torto, ndr)!

 

Come pensi sarà l’annata 2019?

L’ annata 2019 al momento si prospetta positiva anche se i conti si fanno ad Ottobre: per ora è sicuramente buona.

So che è difficile, ma quale prodotto ti soddisfa maggiormente? E quale bevi più spesso?

Non ho un vino preferito perché investo lo stesso lavoro dal Dolcetto al Barolo: l’idea che ho fissa in testa è quella di creare una linea di prodotti di alto livello, senza compromessi.

 

Come ti immagini il futuro dell’azienda?

Il futuro della mia azienda lo vedo roseo, i miei figli Matteo e Francesco sono entrati in azienda e cerco di tramandare loro tutto il mio sapere e le mie esperienze, e da parte loro c’è un grande interesse e voglia di fare.

 

Ringrazio Claudio Alario per l’intervista, con la speranza di andare in cantina e vedere dal vivo un’azienda che non farà altro che migliorarsi, annata dopo annata.

 

Azienda Agricola Alario Claudio
Via Santa Croce, 23, 12055 Diano d’Alba CN, Italia